Con la dott.ssa Silvia Scali, biologa marina e docente, ci avventuriamo nel mondo delle discipline STEM per capire perché sono così importanti per i nostri bambini.
“Ogni bambino è un piccolo scienziato nato. Siamo noi poi a far sì che smetta di esserlo. Solo pochi riescono a passare attraverso il sistema con il loro stupore e il loro entusiasmo per la scienza intatti”.
Questa citazione appartiene a Carl Sagan, famosissimo astrofisico, divulgatore scientifico e autore vissuto dal 1934 al 1996 negli Stati Uniti.
Niente di più vero! Se siete genitori, ma anche se non lo siete, avrete sicuramente avuto a che fare con bambini nel pieno della famosa “fase dei perché”.
“Mamma perché il cielo è azzurro?” “Papà perché le stelle brillano?”.
Sì, perché la curiosità è insita nei bambini quanto lo è nello spirito degli scienziati.
Che cos’è il metodo scientifico se non il porsi una domanda e lavorare in maniera rigorosa, formulando tesi e provandone la veridicità, fino a raggiungere una risposta?
Ma allora perché le materie scientifiche, oggi dette anche discipline STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering e Mathematics), spaventano ancora così tanto i nostri studenti e sono quasi sempre guardate con timore reverenziale?
E non solo! Queste discipline sono anche vittime di tutta una serie di stereotipi, primo fra tutti il fatto che vengano considerate “materie da maschi”.
É arrivata l’ora di eliminare queste credenze ormai così obsolete e fuorvianti.
Ed è vero, le materie STEM possono piacere o meno, è normale, questione di gusti personali, ma da insegnante e da scienziata credo fermamente che sia fondamentale che tutti i bambini vengano a contatto con queste discipline il più possibile perché sono in grado di insegnare competenze che vanno ben oltre i loro contenuti.
Mi è sempre rimasta impressa una frase che un professore universitario mi disse all’inizio del mio dottorato: “Silvia tu non stai facendo un dottorato in Biologia Marina (la mia disciplina), tu stai facendo un dottorato in problem solving!”.
Ed è proprio così! Non è assolutamente necessario raggiungere un livello universitario, lo studio di qualsiasi materia scientifica fin dalla scuola primaria, ma se vogliamo anche da quella materna, è una vera e propria palestra che allena la mente alla risoluzione dei problemi e a ragionare usando la logica.
Quanti alunni mi hanno chiesto “Prof. ma a cosa serve studiare la matematica?”
Proprio a questo! Magari una volta concluso il percorso di studi non dovrete mai più risolvere un’equazione, ma quando vi siete trovati a farlo avete imparato a seguire una serie di passaggi logici, avete memorizzato un processo, avete dovuto mettere in moto il cervello per arrivare alla soluzione giusta, e questa è una capacità che vi tornerà utile per il resto della vostra vita.
Ma allora come fare per far appassionare i bambini alle discipline STEM?
Bisogna non lasciar morire lo scienziato che è in loro!
In realtà ammetto di non avere una risposta definitiva. Per esperienza posso dire che spesso non sia facile. I miei suggerimenti sono però i seguenti: stimolate i bambini a porsi sempre delle domande, a osservare ciò che ci circonda, a trovare la scienza nelle cose di tutti i giorni.
Già nella scuola odierna il punto di vista sta cominciando a cambiare. Alla nuova generazione di docenti viene insegnato che non si deve partire dalla teoria ma dalla pratica, da problemi concreti. Si parla infatti di “compiti di realtà”, di “Project Based Learning” o didattica per progetti, un approccio educativo che promuove l’apprendimento tramite esperienze complesse e problemi reali stimolando così la curiosità e la partecipazione attiva degli studenti. Una delle motivazioni più forti, infatti, è data dal comprendere che ciò che ci viene proposto è effettivamente utilizzabile e non qualcosa di puramente astratto.
Quindi la prossima volta che sei in piscina con tuo figlio domandagli: “Ma ti sei mai chiesto perché alcuni oggetti galleggiano mentre altri vanno a fondo?”. La prossima volta che, di notte, alzi gli occhi al cielo insieme al tuo bambino fagli notare che la luna non è sempre piena e spiegagli il perché.
E poi, soprattutto, meravigliati insieme a lui della bellezza e della perfezione di ciò che ci circonda perché la scienza non è solo fredda ragione ma anche profondo sentimento e meraviglia.