Il 15 ottobre non per tutti è solo il 15 ottobre, per alcuni, per molti è il Babyloss Awareness Day, la giornata mondiale della consapevolezza sulla perdita di un bambino in gravidanza o dopo la nascita. Babyloss, perdita del bambino. Ma nel 2025, c’è davvero bisogno di una giornata di sensibilizzazione su questo tema? Sì, purtroppo ancora oggi la perdita di un bambino non ancora nato è un tabù, una “cosa” di cui non si parla e si tende a minimizzare con frasi che non andrebbero mai dette: “è ancora giovane, ne avrà degli altri”, “era solo all’inizio” come se un ago della bilancia potesse stabilire il livello di sofferenza di una mamma che fin dal primo momento sognava di cullare il proprio bambino. C’è davvero bisogno di una giornata come questa? Sì, non per le mamme o per i papà che aspettavano ed adesso non aspettano più ma per tutti gli altri. Per il ginecologo, per l’infermiera, per l’amica e l’amico, per le istituzioni, per la società.C’è davvero bisogno? Sì, affinché quella mamma e quel papà non si trovino più da soli ad affrontare un lutto che ancora non è considerato tale, affinché possano avere il giusto sostegno anche psicologico.In Italia, scrive CiaoLapo, associazione che da anni si occupa di questo tema, la perdita di un bambino in gravidanza o dopo la nascita tocca 1 danna su 6, ma soltanto il 20% riceve un’assistenza rispettosa e un sostegno adeguato per il lutto, le altre no.Ecco i quattro punti per cui si batte Ciao Lapo:
1. Linee guida nazionali per l’assistenza rispettosa ad aborto e morte perinatale
2. Percorsi diagnostici standardizzati disponibili in tutte le regioni
3. Una legge sulle sepolture che riconosca alla donna/coppia il diritto di scegliere, senza intromissioni di terzi
4. Un sostegno psicologico accessibile per tutte le coppie che ne hanno bisogno.